Girare in Italia è “più conveniente che mai”, sostengono i relatori dell’AFM: “Abbiamo costruito una Ferrari con il nostro sistema di credito d’imposta”. Ora abbiamo bisogno di un circuito per farlo funzionare.

L’AFM si è trasferita a Las Vegas, ma alcune cose restano esattamente le stesse, compreso l’impegno dell’Italia ad essere vista come una location attrattiva per le produzioni internazionali.

“È una buona occasione per ricordare ai nostri colleghi che l’Italia è sempre stata e continua ad essere un attore fondamentale nel nostro settore. Vogliamo però migliorare ancora”, afferma Marco Valerio Pugini, presidente di APE. [Association of Executive Producers – Production Service Companies].

“Siamo un giocatore che, ovviamente, ha una lunga storia di cultura, moda e stile, oltre a bel tempo, buon cibo e posti meravigliosi. Ma abbiamo anche infrastrutture, grazie a Cinecittà Studios, un ottimo sistema di incentivi e team fantastici”.

Il 7 novembre la vetrina Focus on Italy – organizzata da DGCA-MiC, Cinecittà, APE e ITA [Italian Trade Agency] spiegherà “Perché girare in Italia è oggi più conveniente che mai”, anche grazie al nuovo credito d’imposta dedicato alle produzioni non italiane.

Secondo il rapporto DGCA-MiC 2023, lo scorso anno in Italia sono stati prodotti 402 film, con un aumento del 13% rispetto al 2022 e del 27% rispetto al 2019. Senza contare 248 prodotti audiovisivi, più del doppio rispetto al 2019.

“Queer” di Luca Guadagnino con Daniel Craig girato in campagna, così come “Conclave” di Edward Berger e “Ripley” di Netflix.

“Queer”
Per gentile concessione di A24

Il credito d’imposta del 40% «fa sicuramente la differenza», dice Pugini, che sarà accompagnato nella presentazione dalla vicepresidente dell’APE, Cristina Giubbetti, dal direttore generale di Cinecittà, Manuela Cacciamani, Francesca Rotondo (senior direttore vendite internazionali di Cinecittà Studios) e Roberto Stabile. Responsabile Progetti Speciali DGCA-MiC presso Cinecittà.

“Ha permesso alla nostra intera infrastruttura di crescere ed espandere i propri orizzonti. Se questo sistema verrà mantenuto, sono sicuro che vedremo più produzioni internazionali e contenuti italiani”.

I potenziali collaboratori dovrebbero sapere che il credito d’imposta “funziona molto bene per tutti i tipi di progetti, da un lungometraggio e una serie su larga scala a un piccolo documentario”, afferma. A patto che soddisfino i criteri e siano disposti, tra l’altro, a spendere almeno 250mila euro in Italia e superare il test di idoneità culturale.

“[During the showcase] Crediamo sia necessario spiegare, in termini semplici, il sistema che ha già funzionato efficacemente in passato. Per quanto riguarda il futuro, siamo certi che potremo migliorarlo, con piccoli accorgimenti”, aggiunge Cristina Giubbetti.

In una dichiarazione condivisa con VarietàIl prossimo Focus sull’Italia vuole “attrarre nuovi investimenti nel Paese e dare continuità a questo momento felice”. Nel corso dell’evento verranno presentati i dettagli del credito d’imposta riformato e la vetrina di Cinecittà, che servirà a dimostrare la sua “ingegnosità produttiva e tecnica, riconvertita ancora una volta nello studio dove nascono tanti grandi titoli selezionati dai grandi festival. “.

Da sottolineare anche il ruolo dell’APE, che ha sostenuto la maggior parte delle produzioni non italiane girate nel Paese, generando ricavi per 315 milioni di euro (e un “notevole impatto occupazionale considerando che la maggior parte dei team di progetto erano quasi esclusivamente italiani”) evidenziato. Infine, ITA sarà presente con una delegazione di 12 aziende, tra società di produzione e distributori, e una film commission.

“Le difficoltà e le emozioni vanno di pari passo in questo momento. Per il nostro settore ciò significa nuove fasi. Ci mancano ancora, ma la buona notizia è che Cinecittà li sta costruendo. Saranno pronti l’anno prossimo”, aggiunge Pugini riflettendo sul futuro.

“Se vogliamo utilizzare qualche tipo di product placement, abbiamo costruito una Ferrari con il nostro sistema di credito d’imposta. “Ora abbiamo bisogno di un circuito per farlo funzionare.”

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