Con una decisione storica, un giudice militare statunitense ha ripristinato il patteggiamento per Khalid Sheikh Mohammed e due coimputati per aver pianificato gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.
Il colonnello dell’aeronautica Matthew McCall ha stabilito che il segretario alla Difesa Lloyd Austin non ha l’autorità di revocare il patteggiamento, che ora potrebbe consentire agli imputati di ammettere la colpevolezza in cambio dell’evitamento della pena di morte, secondo un funzionario governativo anonimo.
L’ordine non è stato ancora reso pubblico e la decisione di McCall potrebbe ancora dover affrontare ulteriori sfide.
Tentativo di richiamo del Segretario della Difesa
Gli accordi di patteggiamento, approvati dagli alti funzionari della commissione militare di Guantanamo Bay, erano stati inizialmente raggiunti tra procuratori governativi e avvocati difensori, salvando Mohammed, Walid bin Attash e Mustafa al-Hawsawi dal rischio di pena di morte.
Tuttavia, dopo che gli accordi sono stati resi pubblici quest’estate, Austin ha rapidamente emesso una direttiva per annullarli, sostenendo che decisioni così importanti nei casi capitali dovrebbero rientrare nella sua giurisdizione. La mossa di Austin ha suscitato un intenso esame da parte dei legislatori e ha sollevato dubbi sui limiti del potere del Segretario alla Difesa.
La sentenza di McCall contesta l’intervento di Austin, affermando che la tempistica del suo ordine (dopo l’approvazione degli accordi) è stata “fatale”.
Secondo un rapporto di Lawdragon, McCall ha sostenuto che consentire all’ordine di Austin di rimanere in vigore darebbe ai segretari della difesa “potere di veto assoluto” sulle decisioni del tribunale di Guantánamo, minando l’indipendenza della magistratura.
Lunga strada verso la giustizia
Il caso dell’11 settembre ha dovuto affrontare anni di ritardi e sfide legali, comprese controversie sull’ammissibilità delle confessioni ottenute durante gli anni di detenzione degli imputati e presunte torture da parte della CIA.
La sentenza di McCall segna un significativo passo avanti in un processo afflitto da lunghe udienze preliminari, intrecci legali e crescente frustrazione da parte delle famiglie delle vittime e del pubblico in generale.
Mentre alcuni familiari delle vittime dell’11 settembre continuano a chiedere un processo con pena di morte, gli esperti legali suggeriscono che, anche se i casi andassero in tribunale, la Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Circuito del Distretto di Columbia probabilmente esaminerà gli aspetti di qualsiasi verdetto in appello.
Ciò potrebbe includere questioni come la distruzione dei video degli interrogatori da parte della CIA e la questione se gli interrogatori della “squadra pulita” dell’FBI (condotti senza tortura) rimangano legalmente ammissibili nonostante il precedente coinvolgimento della CIA.
In attesa della risposta del Pentagono
Il Pentagono non ha ancora pubblicato la decisione di McCall sul sito ufficiale della commissione di Guantanamo, anche se un portavoce, il Magg. Gen. Pat Ryder, ha confermato che la sentenza è in fase di revisione.
Per ora, gli accordi di patteggiamento rimangono in vigore e potenzialmente offrono una soluzione in un caso che è stato afflitto da sfide etiche e procedurali per più di due decenni.
Questo evento segna un momento cruciale nella gestione di uno dei procedimenti penali più importanti negli Stati Uniti. Resta da vedere il pieno impatto della decisione di McCall poiché funzionari, esperti legali e il pubblico attendono ulteriori procedimenti in questo caso di alto profilo.
Questo articolo include resoconti dell’Associated Press.