Un robot incaricato di esplorare i rottami del reattore dell’Unità 2 di Fukushima Daiichi ha recuperato con successo un piccolo campione di combustibile nucleare fuso, segnando un passo cruciale nel percorso del Giappone verso lo smantellamento dell’impianto colpito dal disastro.
Il campione, delle dimensioni di un chicco di riso, è stato recuperato giovedì, secondo la Tokyo Electric Power Company Holdings (TEPCO), la società responsabile del sito.
Il recupero segna una pietra miliare nello sforzo di ripulire le 880 tonnellate di rifiuti altamente radioattivi lasciati dopo la catastrofica fusione seguita al terremoto e allo tsunami del 2011.
Fornisce dati essenziali che informeranno le strategie future per rimuovere il combustibile fuso e progettare le tecnologie necessarie, inclusa la robotica avanzata, per navigare nelle aree più pericolose dei reattori.
Quando è avvenuta Fukushima?
Akira Ono, capo dell’impianto di Fukushima Daiichi, ha sottolineato l’importanza della missione, definendola un primo passo fondamentale in quello che probabilmente sarà un processo che durerà decenni.
Ono ha dichiarato: “Questi dati ci aiuteranno a pianificare la strategia di smantellamento, a sviluppare le tecnologie necessarie e ad approfondire la nostra comprensione degli eventi che si sono verificati qui”.
Quasi 13 anni dopo il disastro, l’interno dei reattori di Fukushima Daiichi rimane in gran parte un mistero.
Sebbene siano state utilizzate numerose sonde e robot per valutare la situazione, gran parte dell’ambiente altamente radioattivo dell’impianto continua a sfuggire a un esame completo.
Il recupero di questo primo campione del nocciolo del reattore potrebbe eventualmente portare allo sviluppo di metodi più avanzati per la gestione e il trattamento del combustibile fuso, che è considerato uno degli aspetti più pericolosi e impegnativi dello smantellamento dell’impianto.
Quanto è radioattiva Fukushima?
La TEPCO ha dovuto affrontare una serie di battute d’arresto nel suo sforzo di rimuovere i detriti. La missione è iniziata in agosto, con un tempo obiettivo di due settimane per recuperare un campione, ma diversi ritardi, inclusi problemi tecnici e guasti alle apparecchiature, hanno prolungato il processo.
Un errore meccanico nell’assemblaggio del robot, seguito da un malfunzionamento della telecamera, ha causato ulteriori ritardi.
Nonostante queste sfide, il 30 ottobre, il robot, chiamato Telesco, è riuscito a ritagliare con successo un campione di 3 grammi da un cumulo di detriti di combustibile fuso che giacevano sul fondo del contenitore di contenimento primario del reattore.
Uno degli sviluppi più inaspettati è stata la radioattività relativamente bassa del campione recuperato.
Inizialmente, gli esperti temevano che il carburante fosse troppo radioattivo per essere maneggiato in sicurezza, anche con l’uso di dispositivi di protezione specializzati.
La TEPCO aveva fissato un limite superiore rigoroso per la radioattività del campione per garantire che i lavoratori non fossero esposti a livelli pericolosi di radiazioni durante i test.
Tuttavia, la radioattività del campione è risultata ben al di sotto di questa soglia.
La TEPCO ha assicurato al pubblico che il campione è combustibile fuso, nonostante i livelli di radiazione inferiori al previsto.
Quanto tempo ci vorrà per ripulire Fukushima?
La strada per ripulire il sito di Fukushima resta lunga. I tre reattori dell’impianto hanno subito fusioni catastrofiche dopo aver perso i loro sistemi di raffreddamento in seguito al terremoto e allo tsunami del 2011 che hanno devastato questa parte del Giappone e ucciso circa 20.000 persone.
Da allora, i rifiuti radioattivi sono rimasti intrappolati nei reattori, rappresentando un significativo rischio ambientale e sanitario per la regione circostante.
Sebbene la TEPCO e il governo giapponese abbiano fissato l’obiettivo ambizioso di completare la bonifica entro 30-40 anni (guardando verso l’anno 2051), molti esperti sostengono che questa tempistica sia eccessivamente ottimistica.
Gli esperti di smantellamento suggeriscono che l’intero processo potrebbe richiedere più di un secolo, sottolineando la natura senza precedenti del disastro e la complessità della rimozione di grandi quantità di combustibile nucleare fuso da un ambiente altamente radioattivo.
Non sono ancora stati ideati piani concreti per la completa rimozione dei detriti di carburante, tanto meno per il loro smaltimento finale, e rimangono dubbi sulla sicurezza a lungo termine e sull’impatto ambientale dell’operazione.
Questo articolo contiene ulteriori rapporti dell’Associated Press.