Giovedì il Consiglio municipale metropolitano di Ankara è precipitato nel caos quando le tensioni sul costo delle celebrazioni della Festa della Repubblica sono sfociate in un acceso scontro.
La controversia è iniziata con la notizia secondo cui il comune aveva stanziato 69 milioni di lire turche (2 milioni di dollari) per un concerto del popolare cantante Ebru Gündeş durante le festività della Festa della Repubblica il 29 ottobre.
Nuove accuse secondo cui 71 milioni di lire (2,1 milioni di dollari) sarebbero stati accantonati per un’esibizione del gruppo rock Mor ve Ötesi hanno alimentato l’indignazione, con i critici che hanno messo in dubbio l’etica di una spesa così generosa in un periodo di difficoltà economiche.
L’intero consiglio divenne una scena di caos quando i membri si schiantò violentemente sulla presunta stravaganza, con alcuni che sostengono che i fondi avrebbero potuto essere meglio indirizzati ad aiutare i residenti in difficoltà.
In aggiunta all’agitazione, il sindaco Mansur Yavaş ha annunciato che il pagamento per il concerto di Gündeş sarebbe stato sospeso, una decisione che ha ricevuto l’applauso di alcuni membri del consiglio e la condanna di altri.
Le parole accese si sono rapidamente trasformate in scontri fisici mentre i membri del consiglio delle parti opposte si scambiavano accuse, i loro animi si infiammavano ad ogni commento. Alcuni sostenevano che il consiglio non fosse in contatto con i bisogni dei cittadini comuni, mentre altri difendevano i concerti come celebrazioni vitali della cultura e dell’unità turca.
“Come possiamo giustificare questo quando le persone sono in difficoltà?” ha gridato un membro del consiglio pochi istanti prima che la discussione scoppiasse con spinte e pugni. Le riprese video hanno catturato i membri che combattevano e si scambiavano colpi, la loro frustrazione cresceva man mano che venivano alla luce anni di rimostranze politiche.
I testimoni hanno descritto la scena come caotica e scoraggiante. “Questo consiglio dovrebbe avere lo scopo di aiutare le persone, non di litigare per i concerti”, ha detto ai media locali un osservatore, che ha preferito rimanere anonimo.
“È un peccato. Siamo qui per servire la gente, e questo è quello che vedi.”
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