Outsider Knight’s Choice ha vinto la famosa Melbourne Cup australiana, in una gara drammaticamente serrata che si è conclusa con un fotofinish.
È stata la prima vittoria del fantino irlandese Robbie Dolan nell’evento, ma una seconda vittoria per l’allenatore neozelandese Sheila Laxon.
Il secondo posto nella competizione di due miglia è stato Warp Speed e il terzo è stato Okita Soushi, cavalcato da Jamie Kah, una delle quattro atlete in campo, un record.
Buckaroo era stato il favorito per la vittoria, ma è arrivato nono, con Knight’s Choice, un tiro di 90-1, che si è precipitato a casa vincendo con uno stretto margine nelle fasi finali.
Dolan era precedentemente meglio conosciuto come concorrente di The Voice Australia, ma ora ha impresso il suo nome nella storia dell’ippodromo di Flemington.
“Dammi un pizzicotto, sto sognando… non posso crederci”, ha detto al canale locale Nine Network.
“Penso che dopo canterò per il resto della mia vita. Che diavolo?”
Il 28enne proviene da una famiglia di corse di cavalli e suo padre, Bobby Dolan, faceva parte della squadra della leggenda irlandese dell’addestramento dei cavalli Dermot Weld quando produssero due vincitori della Coppa nel 1993 e nel 2002.
Bobby ha sorpreso suo figlio recandosi in Australia per il suo debutto alla Melbourne Cup ed era tra il pubblico per assistere alla sua vittoria.
È stato anche un affare di famiglia per Laxon, che ha allenato Knight’s Choice con suo marito John Symons e ha alzato il trofeo 23 anni dopo la sua prima vittoria, quando è diventata la prima allenatrice a vincere con Ethereal.
Absurde è arrivato quinto per l’allenatore irlandese Willie Mullins, e il compagno di squadra Vauban era 11esimo. Gli sfidanti britannici Onesmoothoperator e Sea King hanno concluso al 12° e 14° posto.
Migliaia di persone erano lungo la pista a Flemington per l’evento, vestite con abiti luminosi e godendosi il soleggiato clima primaverile.
La Melbourne Cup vale più di 8 milioni di dollari australiani (4,1 milioni di sterline, 5,3 milioni di dollari) ed è spesso chiamata “la corsa che ferma una nazione”, anche se negli ultimi anni ha attirato manifestazioni sul benessere degli animali.