EFF lancia strumento open-source per rilevare spionaggio cellulare non autorizzato

Facile da installare con costi minimi

Cosa sta accadendo? Le tecnologie di sorveglianza urbana, come i lettori automatici di targhe, i sistemi di riconoscimento facciale e i simulatori di siti cellulari (CSS), stanno diventando sempre più diffusi. Tra questi, i CSS, noti anche come Stingrays o catturatori IMSI, suscitano particolari preoccupazioni in quanto sono capaci di camuffarsi da torri cellulari legittime, intercettando e registrando informazioni sensibili dai dispositivi mobili. Per questo motivo, l’Electronic Frontier Foundation (EFF) ha sviluppato uno strumento open-source chiamato Rayhunter per aiutare a rilevare e comprendere l’uso di questi dispositivi.

I CSS funzionano imitando le torri cellulari, ingannando i telefoni nelle vicinanze affinché si connettano a loro invece che alle torri legittime. Questo permette alle forze dell’ordine di localizzare con maggiore precisione le posizioni dei telefoni e di registrare identificatori unici come i numeri IMSI e gli IMEI senza coinvolgere le compagnie telefoniche. Alcuni CSS possono persino intercettare comunicazioni in determinate condizioni, inclusi chiamate, messaggi di testo e traffico internet mobile.

Tuttavia, le capacità esatte e l’impiego dei CSS rimangono in gran parte sconosciuti a causa della mancanza di trasparenza da parte dei produttori e delle agenzie di applicazione della legge, secondo l’EFF.

Una delle principali preoccupazioni riguardo ai CSS è il loro potenziale di minare i diritti alla privacy, in particolare il Quarto Emendamento negli Stati Uniti. Questi dispositivi possono essere usati per tracciare individui senza la loro conoscenza, spesso senza un mandato, sollevando seri quesiti legali ed etici. In alcuni casi, i CSS sono stati utilizzati durante proteste e altri raduni, potenzialmente violando i diritti del Primo Emendamento sorvegliando grandi gruppi di persone senza un motivo valido.

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L’EFF ha creato Rayhunter per identificare quando queste tecnologie sono in uso. Funzionando su un hotspot mobile Orbic disponibile per meno di $20, l’EFF ha progettato lo strumento per essere facile da usare e accessibile a individui di tutti i livelli tecnici.

Rayhunter intercetta e analizza il traffico di controllo tra l’hotspot mobile e le torri cellulari, cercando eventi sospetti come i downgrade forzati a reti 2G, vulnerabili all’intercettazione, o richieste insolite di IMSI che potrebbero indicare attività CSS. Avvisa gli utenti di potenziali minacce e permette loro di esaminare i registri per ulteriori analisi.

L’interfaccia di Rayhunter è molto semplice, con un sistema colorato che indica se è stata rilevata un’attività sospetta. Una linea verde (o blu per gli utenti daltonici) significa che non sono state rilevate minacce, mentre un segnale rosso indica una possibile attività CSS.

Gli utenti possono accedere ai registri dettagliati tramite un’interfaccia web connettendosi alla rete Wi-Fi dell’hotspot o utilizzando una connessione USB con Android Debug Bridge (ADB).

Installare Rayhunter è relativamente semplice: è sufficiente scaricare il pacchetto software, collegare il dispositivo ed eseguire uno script di installazione su sistemi Mac o Linux. Lo strumento è open-source e disponibile su GitHub sotto licenza GPL-3.0.

Lanciando Rayhunter, l’EFF spera di determinare se i CSS vengono utilizzati per sorvegliare attività protette dal Primo Emendamento, come proteste o raduni religiosi, e di raccogliere dati empirici sugli exploit utilizzati da questi dispositivi. Questi dati aiuteranno anche i ricercatori a comprendere come i CSS sfruttano le vulnerabilità della rete, permettendo lo sviluppo di migliori difese contro di essi.

L’EFF desidera inoltre che Rayhunter informi le discussioni politiche e potenzi le protezioni legali contro la sorveglianza non autorizzata, particolarmente nei paesi senza solide protezioni della libertà di parola. Negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono stati tentativi di introdurre leggi come il Cell-Site Simulator Warrant Act, che richiederebbero mandati per l’uso dei CSS, anche se tali sforzi hanno incontrato ostacoli. La consapevolezza della necessità di supervisione è in crescita: il Dipartimento di Giustizia ha implementato politiche che richiedono mandati di perquisizione per l’uso dei CSS in molti casi.

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