I pericoli ambientali di queste armi sono molto più gravi di quanto si pensasse in precedenza
In breve: Una operazione unica e critica si sta svolgendo nelle acque della Baia di Lübeck, lungo la costa settentrionale della Germania. Squadre specializzate stanno esaminando meticolosamente il fondale marino, non alla ricerca di pesci o tesori, ma di qualcosa di molto più pericoloso: mine navali dismesse, siluri, proiettili di artiglieria e bombe aeree risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.
Nel corso di settembre e ottobre 2024, team ambientali hanno impiegato veicoli subacquei avanzati dotati di telecamere, potenti luci e sensori per cercare esplosivi sommersi quasi ottant’anni fa. Gli esperti hanno valutato attentamente ogni oggetto da una piattaforma galleggiante sopra il deposito di munizioni sottomarine, prima di utilizzare elettromagneti su robot o bracci escavatori idraulici per imballare in sicurezza le munizioni in contenitori sigillati.
L’operazione in corso fa parte di un progetto innovativo per affrontare i residui tossici di guerra che contaminano il Mar Baltico e il Mare del Nord. Gli esperti stimano che circa 1,6 milioni di tonnellate di armi siano state gettate nelle acque tedesche da sole, la maggior parte delle quali armi convenzionali. Tuttavia, migliaia di tonnellate di armi chimiche giacciono anche sui fondali marini.
“Non stiamo parlando di poche bombe inesplose,” ha detto il ministro dell’ambiente tedesco, Steffi Lemke, ai giornalisti durante una visita alla Baia di Lübeck nell’ottobre 2024. “Stiamo parlando di milioni di munizioni della Seconda Guerra Mondiale che sono state semplicemente smaltite dagli Alleati per prevenire il riarmo.”
Lo smaltimento di queste munizioni fu un’operazione frettolosa eseguita su ordine degli Alleati alla fine della Seconda Guerra Mondiale. I governi pagavano i pescatori locali per gettare carichi di armi in siti prestabiliti, anche se molti semplicemente disperdevano l’ordigno dove preferivano per accelerare il processo. Questo smaltimento avvenne principalmente tra il 1945 e il 1949.
Gli effetti ambientali di questi arsenali subacquei sono stati trascurati per decenni. Scienziati e autorità supponevano che le sostanze chimiche tossiche rimanessero nei loro gusci arrugginiti o si disperdessero rapidamente se rilasciate. Tuttavia, ricerche recenti hanno rivelato che i pericoli ambientali sono molto più gravi di quanto precedentemente pensato.
Edmund Maser, tossicologo presso il Centro Medico Universitario di Schleswig-Holstein a Kiel, ha trovato prove di TNT in cozze e pesci vicino ai siti di smaltimento. Le sue ricerche mostrano anche che i pesci che vivono vicino a navi da guerra affondate presentano tassi significativamente più elevati di tumori al fegato e danni agli organi. Jacek Bełdowski, un esperto leader sui depositi di munizioni subacquee presso l’Accademia Polacca delle Scienze, nota che le munizioni convenzionali sono cancerogene, mentre quelle chimiche sono mutagene e compromettono la funzione enzimatica, impattando gravemente sugli organismi marini.
L’entità della contaminazione è allarmante. Aaron Beck, chimico marino presso il GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research a Kiel, ha riferito di aver trovato esplosivi nel 98 percento dei campioni d’acqua raccolti durante una crociera di ricerca nel 2018 lungo la costa tedesca. Sebbene i livelli attuali di sostanze chimiche nell’acqua siano relativamente bassi, Beck avverte che la situazione potrebbe peggiorare rapidamente se non trattata.
Il progetto finanziato dal governo tedesco da €100 milioni ($105 milioni di dollari USA) mira a sviluppare un sistema efficiente e scalabile per eliminare le munizioni dal fondale marino. Aziende come SeaTerra e Eggers Kampfmittelbergung sono in prima linea in questo sforzo, testando nuove tecnologie e compilando dati cruciali.
Dieter Guldin, un archeologo diventato esperto in smaltimento di munizioni, dirige le operazioni di SeaTerra. Insieme a Eggers Kampfmittelbergung, SeaTerra ha recuperato circa 16 tonnellate di munizioni durante due mesi di operazioni nel 2024.
La prossima fase del progetto prevede la costruzione di un’impianto galleggiante per lo smaltimento di munizioni capace di incenerire esplosivi invecchiati vicino ai siti di smaltimento. Questa innovazione eliminerebbe la necessità di trasporti rischiosi ed costosi di ordigni verso strutture terrestri.
L’obiettivo finale è sviluppare un sistema completamente automatizzato utilizzando veicoli subacquei telecomandati per mappare, scandire e immaginare magneticamente il fondale marino. Algoritmi di apprendimento automatico assisterebbero poi gli esperti nell’identificazione e nella categorizzazione delle munizioni, mentre bracci robotici le recupererebbero in sicurezza e le immagazzinerebbero per lo smaltimento.
Crediti fotografici: SeaTerra, Eggers Kampfmittelbergung
Messaggi simili:
- Scoperta del Misterioso ‘Ossigeno Scuro’ Accende Polemiche e Nuove Spedizioni!
- Il giorno delle elezioni gli agenti di frontiera sequestrano 11.000 munizioni
- Il corallo più grande del mondo, trovato nel Pacifico, è rimasto “nascosto in bella vista” per 300 anni
- Un aereo F-35 statunitense atterra su una portaerei della Marina giapponese, segnando una nuova pietra miliare per l’Alleanza
- Patrimonio di Carson Beck: Quanto Guadagna la Stella dei Georgia Bulldogs dai Sponsor?

Nicola Costanzo esplora il mondo della tecnologia e dell’innovazione. I suoi articoli illuminano le sfide digitali che plasmano il nostro futuro.