Excite
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La storia dietro
Nel 1997, Larry Page, uno dei fondatori di Google, tentò di vendere il motore di ricerca a Excite per 1,6 milioni di dollari. L’offerta includeva 600.000 dollari in contanti, 700.000 dollari in azioni e 300.000 dollari per l’Università di Stanford. Questo avveniva nei primissimi giorni di Google, quando era ancora chiamato “BackRub” e sia Page che Sergey Brin erano studenti di dottorato. Nonostante il prezzo apparentemente modesto, l’accordo non si concretizzò, anche se i motivi variano a seconda di chi li racconta.
In un’intervista anni dopo le negoziazioni fallite, l’allora CEO di Excite, George Bell, dichiarò che l’azienda era disposta a spendere quella somma per Google. Tuttavia, non riuscirono ad accettare una delle condizioni chiave di Page: la sostituzione della tecnologia di ricerca esistente di Excite con l’algoritmo di Google. Questa richiesta creò attriti, poiché Bell e il suo team erano riluttanti ad abbandonare completamente il loro sistema proprietario.
Sebbene Bell abbia negato alcune affermazioni, altri racconti offrono una prospettiva diversa. Alcuni suggeriscono che Excite rifiutò l’acquisizione perché la tecnologia di ricerca di Google era “troppo buona”. Questa preoccupazione controintuitiva derivava dalla paura che i risultati di ricerca estremamente accurati di Google riducessero l’interazione degli utenti. Se gli utenti trovavano ciò che cercavano troppo rapidamente, potrebbero trascorrere meno tempo a navigare nel sito, portando a minori entrate pubblicitarie – una fonte di reddito critica per Excite.
Ironia della sorte, questo è esattamente ciò che sta accadendo a Google negli ultimi anni (2020 – 2025). La qualità dei risultati di ricerca è diminuita, in parte a causa della focalizzazione dell’azienda sulla monetizzazione degli utenti e sul disincentivo a lasciare l’ecosistema di Google dopo aver visualizzato le pagine dei risultati di ricerca. Inoltre, l’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa e le difficoltà di Google nel identificare ed eliminare efficacemente i contenuti spam hanno ulteriormente contribuito a questo declino.
Alla fine degli anni ’90, Excite era un marchio molto riconoscibile del primo web. Nel 1997, era classificato come il sesto sito web più visitato ed era già diventato una società pubblica. Tuttavia, la sua fortuna sarebbe presto svanita mentre Google e altri concorrenti guadagnavano terreno.
Oggi il sito web è solo l’ombra di quello che era una volta. Excite è stato infine acquisito da Ask Jeeves (in seguito noto come Ask.com) ed è ora gestito come una proprietà minore dal conglomerato dei media IAC. Una volta simbolo del successo iniziale di Internet, Excite è ora per lo più un relitto del passato.
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Nicola Costanzo esplora il mondo della tecnologia e dell’innovazione. I suoi articoli illuminano le sfide digitali che plasmano il nostro futuro.